SADOC INFORMA I DOCENTI – N. 3-2023
L A M O B I L I T À D O C E N T I : T R A A N N U N C I , S P E R A N Z E E R E A L T À
S I È A P P E N A C O N C L U S A L A M O B I L I T À D E I D O C E N T I , T A N T I I N S O D D I S F A T T I E T R O P P I V I N C O L I
Scorrendo le tabelle dei trasferimenti e raccogliendo i malumori dei colleghi nelle scuole, è
emersa tutta la cattiva programmazione e gestione dell’Amministrazione che ha tenuto in
scarsa considerazione l’esigenza di molti docenti di rientrare nella propria regione e
ricongiungersi ai propri affetti.
“Non si tratta di sentimentalismo, ma di una constatazione dell’amara situazione che tanti
lavoratori della scuola sono costretti, volenti o nolenti, a vivere. La maggior parte del
personale docente della Lombardia e delle regioni del nord infatti, proviene storicamente
dalle regioni del centro sud e verso le stesse regioni si è verificata la mobilità interprovinciale.
Non tutti sono stati soddisfatti e anzi molto sono rimasti delusi, mentre qualcuno ha
festeggiato il ricongiungimento ai propri cari solo dopo molti anni di tentativi” afferma Favilla,
segretario generale della Fensir.
La segreteria del Fensir SADOC si domanda quali possano essere i motivi per cui molti
insegnanti non riescono a vedere esaudita la richiesta di rientro nella propria regione. Primo fra
tutti crediamo che dipenda da una costante diminuzione o riarticolazione dell’organico, ma al
contempo siamo convinti che, nonostante la sostanziale conferma dell’organico generale, per
alcuni gradi di istruzione e in alcune città del Sud Italia sia difficile rientrare su scuola puntuale,
talvolta anche esprimendo preferenza sintetica. Da quanto abbiamo appreso dal bollettino dei
risultati, solo un terzo o anche meno è stato soddisfatto nella propria richiesta.
A questo si aggiunge la questione del “caro vita”, che rende sempre più difficile far fronte
all’aumento dell’affitto e delle spese nelle città del Nord, specialmente a Milano. Molti colleghi
destinatari di assunzione in ruolo al Nord rimangono vincolati e non hanno alcuna possibilità di
spostarsi verso le regioni del Sud, dove il costo della vita sarebbe nettamente inferiore.
Apprendiamo dagli organi di stampa che in Lombardia, per esempio, in 17mila docenti hanno
prodotto domanda di mobilità in altre regioni e che solo un terzo di loro ha ottenuto quanto
richiesto.
Altro problema non trascurabile e che continuiamo a considerare essere ingiusto sono i vincoli
alla mobilità imposti una volta ottenuto un trasferimento puntuale su scuola. Tale vincolo ha
effetto anche sulla mobilità interprovinciale e anche in questo caso crea meno possibilità di
mobilità in entrata e uscita.
“Due sono le strade a nostro avviso da intraprendere: ascolto delle parti sociali, sia
rappresentative che non e una politica che sappia guardare in faccia alla realtà scolastica
libera da pregiudizi e che soprattutto impari a dare risposte contrattuali concrete, in linea con
gli standard europei: oggi è impensabile assumere un docente full time con uno stipendio
netto di 1500 euro, quando solo di affitto in una città come Milano per una stanza in
condivisione ce ne vogliono oltre la metà escluso spese” conclude il segretario generale
della Fensir
SADOC INFORMA I DOCENTI – N. 3-2023
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